venerdì 10 giugno 2011

REFERENDUM 12/13 GIUGNO –L’Ennesima Farsa di una Democrazia Corrotta! ITALIANI SVEGLIATEVI !!!

Leggendo la miriade di articoli presenti sul web, assistiamo al solito sistema di svio mentale dal concetto fondamentale che in questo caso è: “Perché queste manovre avvengono?”
Tutti gli articoli, cercano disperatamente di giustificare un SI o un NO senza addentrarsi nelle vere motivazioni che si nascondono dietro!
Proviamo ad analizzare più nella sostanza finale i risultati di questo referendum:
In Italia, è ormai dato di fatto che è in atto una vera e propria guerra politica senza esclusione alcuna, da parte e d’altra, di colpi bassi. Questa guerra, ha come effetto primario di catalizzare l’attenzione degli Italiani sulla maggior legalità e proposta di contenuti, portati da una parte o dall’altra. L’effetto secondario, ma principale per chi lo attua è quello di distogliere l’attenzione della popolazione da manovre molto più pericolose che si tramano alle loro spalle. Prima di tutto però analizziamo gli effetti materiali di questo referendum:
1-      I BENEFICI DEI PROMOTOR.
a)      Pochi sanno che il comma 4, art. 1, L. 157 del 3 giugno 1999, prevede il «rimborso spese per le consultazioni elettorali e referendarie»: in caso di raggiungimento del quorum è attribuito ai comitati promotori un rimborso pari a € 0,52 per ogni firma valida. Chi ha promosso il referendum?
b)      Il raggiungimento de quorum referendario e la vincita dei SI, dopo i risultati delle comunali, darebbe al governo quella spallata che le Sinistre cercano disperatamente da anni.
c)      Il principale propositore del referendum è l’IDV che attualmente comincia a riscuotere importanti consensi tra i votanti, quindi perdere quest’occasione significherebbe perdere un treno importante.
 

Alcuni sostenitori del SI potrebbero interpretare questi “benefici” come una mistificazione per convince al NO, ( che lo crediate o no, sono anche io per il si) ma riflettendo più attentamente ed informandoci un po, scopriamo che fu proprio la Sinistra a proporre la legge 772 sulla privatizzazione dei servizi pubblici acqua compresa.
Per chi avesse dei dubbi questo è l’indirizzo:
Quindi una riflessione obbiettiva porterebbe a chiedersi: Per quale motivo i promotori di questa iniziativa di privatizzazione, oggi indicono un referendum per abrogarla? Qualche dubbio in merito a questo comportamento NO?

Tuttavia lo scopo di questa analisi non è di colpevolizzare una parte o l’altra, ma di capire cosa si nasconda dietro! 
Proviamo ad analizzare il primo quesito del referendum:
QUESITO Nr1          
"Volete Voi che sia abrogato l'art. 23-bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e finanza la perequazione tributaria", convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall'art. 30, comma 26, della legge 23 luglio 2009, n. 99, recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia", e dall'art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea", convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166, nel testo risultante a seguito della sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale?"

Vediamo cosa prevedono questi articoli:
:
Art. 23-bis.
Servizi pubblici locali di rilevanza economica
1. Le disposizioni del presente articolo disciplinano l'affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonche' di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell'articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, assicurando un adeguato livello di tutela degli utenti, secondo i principi di sussidiarietà, proporzionalità e leale cooperazione. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili.
2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità.
3. In deroga alle modalità di affidamento ordinario di cui al comma 2, per situazioni che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria.
4. Nei casi di cui al comma 3, l'ente affidante deve dare adeguata pubblicità alla scelta, motivandola in base ad un'analisi del mercato e contestualmente trasmettere una relazione contenente gli esiti della predetta verifica all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e alle autorità di regolazione del settore, ove costituite, per l'espressione di un parere sui profili di competenza da rendere entro sessanta giorni dalla ricezione della predetta relazione.
5. Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati.

Come si evince dal testo evidenziato, queste disposizioni sono IMPOSTE dalla Comunità Europea alle quali, il Governo Italiano deve assoggettarsi per non incorrere in sanzioni. In seconda analisi, contrariamente a quanto fino ad ora raccontato da chi ha voluto il referendum, nell’Art.23-bis non si parla affatto di privatizzare l’acqua, bensi di affidare la gestione della distribuzione (cosa che già avviene) a società private che rispettino però i criteri di: efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento, proporzionalità e previo gare d’appalto pubblici
E' più che evidente che l’Articolo 23-bis non parla affatto di privatizzare l’acqua ma di affidarne la “gestione” al fine di evitare gli attuali sprechi; tentativo più che elogiabile se non fosse che stiamo parlando dell’Italia, paese in cui regna la furbizia del: -“fatta la legge trovato l’inganno”

Vediamo ora le modifiche che prevede l’Art.15.
 Art. 15.
Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica
1. All'articolo 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al comma 1, terzo periodo, dopo le parole: «in materia di distribuzione del gas naturale», sono inserite le seguenti: «, le disposizioni del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, e della legge 23 agosto 2004, n. 239, in materia di distribuzione di energia elettrica, nonche' quelle del decreto legislativo 19 novembre 1997, n. 422, relativamente alla disciplina del trasporto ferroviario regionale.».
b) i commi 2, 3 e 4 sono sostituiti dai seguenti:
«2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in via ordinaria:
a) a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi del Trattato che istituisce la Comunità europea e dei principi generali relativi ai contratti pubblici e, in particolare, dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, trasparenza, adeguata pubblicità, non discriminazione, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità;
b) a società a partecipazione mista pubblica e privata, a condizione che la selezione del socio avvenga mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, nel rispetto dei principi di cui alla lettera a), le quali abbiano ad oggetto, al tempo stesso, la qualità di socio e l'attribuzione dei compiti operativi connessi alla gestione del servizio e che al socio sia attribuita una partecipazione non inferiore al 40 per cento.
3. In deroga alle modalità di affidamento ordinario di cui al comma 2, per situazioni eccezionali che, a causa di peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto territoriale di riferimento, non permettono un efficace e utile ricorso al mercato, l'affidamento può avvenire a favore di società a capitale interamente pubblico, partecipata dall'ente locale, che abbia i requisiti richiesti dall'ordinamento comunitario per la gestione cosiddetta "in house" e, comunque, nel rispetto dei principi della disciplina comunitaria in materia di controllo analogo sulla società e di prevalenza dell'attività svolta dalla stessa con l'ente o gli enti pubblici che la controllano.

Inutile andare oltre, dato che le restanti modifiche apportate all’Art.23-bis sono talmente complicate che anche un giurista esperto avrebbe difficoltà ad interpretarle correttamente, tuttavia le parti evidenziate sono sufficientemente chiare per capire che con questa legge NON si intende svendere l’acqua ai privati bensì “sarebbe” destinata a ridurre al massimo le cattive gestioni dei servizi Locali  ( Acqua, Energia Elettrica Trasporti Ecc) adeguando così il nostro sistema, alle "regole imposte" dalla Comunità Europea tramite una graduale transazione a favore di società a partecipazione privata.
Però, quale sarà il primo risultato tangibile di questo referendum se passasse il SI sull’acqua?
-       In primo luogo che verranno sottratti dalle tasche dei contribuenti ulteriori 300milioni di Euro per un mero gioco politico.
-       Gli Italiani sarebbero finalmente un po felici, perché convinti che con un referendum “abrogativo” siano in grado di controllare la democrazia
-       Terzo, che un’Opposizione riuscirà finalmente a sottrare alla controparte le ambite “poltrone” e detronizzare quel leader divenuto troppo pericoloso.
-       Che gli Enti locali potranno continuare ad attingere fondi pubblici per gestire politicamente il parcheggio clientelare instaurato da anni.
-       Ultimo, che i cittadini Pugliesi (per citarne una) continuerebbero a pagare le bollette più care d’Italia a causa della cattiva gestione dei servizi idrici  
Purtroppo, la realtà va ben oltre questi giochetti di quartiere.
Vediamo se riusciamo a capire perché:
Con un esempio; che vinca il SI o il No accadrà quanto avvenuto a suo tempo con le Telecomunicazioni, che da SIP (Carrozzone Statale) divenne Telecom (prima con partecipazioni private Italiane poi internazionali) In seguito, il mercato è stato esteso anche a società estere con il risultato che, la Telecom (per rimanere concorrenziale) ha dovuto cedere anche la proprietà delle linee.
Ora la concorrenza creatasi, ha concesso ai consumatori, di poter selezionare l’offerta traendone vantaggio e questo,  sarebbe lo scopo teorico e pratico di questa legge, MA……per l’acqua, il risultato potrebbe anche essere diverso.
Nel caso specifico, sussiste il dubbio più che legittimo, ma non verificabile entro i prossimi 10/15 anni oltre i quali,  giunti all’attuale situazione “SIP”, molto probabilmente anche le riserve Idriche (Laghi, fiumi e sorgenti) potrebbero divenire “PRIVATE”  (Il primo effetto sarebbe un sicuro miglioramento del servizio attuale, ma poi? In Italia siamo bravi a fare le leggi, purtroppo non lo siamo altrettanto a far si che vengano rispettate.)
Concludendo, dietro questo "democratico" referendum si cela la lotta del potere politico interno, ed economico Europeo; i vincitori SI/NO brinderanno alla nostra faccia per l'ennesima vittoria dell'ignoranza, poiché sanno già (tutti) che, indipendentemente dal esito, volenti o nolenti gli Italiani dovranno adeguarsi a questa transizione; è solo questione di tempo poiché è un obbiettivo della globalizzazione e fa parte delle direttive EUROPEE! E non di un partito politico o di un Governo.



Forse non sono in molti a vedere in questo referendum un parallelismo con quanto accadde sotto il governo Prodi quando avallò il subentro dell’Euro, tuttavia anche se oggi non riusciamo a vederlo, l’obbiettivo finale sarà identico! Da una indipendente Sovranità monetaria, siamo giunti alla schiavitù delle banche Private che possono decidere delle sorti di ogni Stato!
                 

Quindi riflettete attentamente quando andrete a votare e, non solo per il referendum ! Tutta la classe politica Italiana potrebbe tranquillamente partecipare al “The Best of Magic”…vincerebbero sicuramente!

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